Marta Gobbo: ho aperto la prima enoteca a Cape Town e non potrei essere più felice!

Openwine Cape Town

Oggi siamo in compagnia di Marta Gobbo che insieme al suo compagno Raphael Paterniti ha fondato la prima enoteca di Cape Town: Openwine!

Un progetto impegnativo e appassionante in grado di portare in centro città i migliori vini sudafricani del Western Cape. In questa intervista, Marta ci racconta di Openwine, della tradizione vinicola sudafricana e della sua travolgente passione per Cape Town!

Intervista Marta Gobbo

Buongiorno Marta, ci racconti come è iniziata la tua avventura a Cape Town?


Insieme al mio compagno Raphael Paterniti e i nostri due figli abbiamo vissuto a Trieste fino a luglio del 2015: un buon lavoro, tanti amici, una bella casa. Nonostante questi elementi avevamo la costante sensazione che nelle nostre vite niente sarebbe cambiato. La nostra non è stata una fuga o un capriccio, volevamo avere la possibilità di cambiare. Volevamo usare al meglio le nostre competenze, le nostre idee ed energie.
Così, tra il 2013 al 2014, siamo andati insieme ai nostri figli a Città del Capo per un mese, durante le vacanze di Natale. Era la prima volta per noi, attratti dal clima mediterraneo e dalla tradizione vinicola. Una possibilità unica.

Che cosa ti ha spinto a vivere a Cape Town e ad aprire Openwine, il primo Wine Bar della città?


Una volta a Cape Town è nato subito in noi il desiderio di vivere in questa città. Ben presto però abbiamo capito che per trasferirsi era necessario ottenere un Visto Business, dunque avevamo bisogno di un progetto business! Così abbiamo pensato di mettere a frutto le nostre competenze e di farlo nel campo dell’ospitalità – partendo dal vino. Ed ecco Openwine!
Dopo tante difficoltà, soltanto nell’agosto 2015 siamo stati in grado di trasferirci a Cape Town! Per 10 mesi siamo rimasti qui senza poter aprire la nostra attività, abbiamo sfruttato questo tempo per studiare tanto, conoscere i produttori ed entrare davvero in contatto con la tradizione vinicola del Sudafrica.

Qual è il concept di Openwine?


Il format di Openwine è semplicissimo: è un’enoteca. La prima e unica enoteca di Cape Town!
Prima di aprila ci siamo chiesti perché non ci fosse nessuna enoteca in città. Abbiamo pensato che l’ostacolo fosse di tipo legale o che i produttori vinicoli non fossero collaborativi. Non era così.
I produttori al contrario sono stati felicissimi di poter portare i propri vini in centro città! In questo modo il turista e il local possono assaggiare più etichette, anche a bicchiere, con estrema facilità. Le cantine sono felicissime di questa collaborazione, ci raccomandano a tutti i loro clienti!
Se sei appassionato di vino Openwine è il posto perfetto per te: puoi incontrare altri appassionati e esperti con cui confrontarti.
Si beve, si impara e ci si conosce creando e alimentando la cultura intorno al vino.

Servite solo vini sudafricani o anche italiani?


Serviamo solo vini sudafricani: intanto perché sono straordinari e poi perché  spesso sono poco accessibili nell’offerta locale al bicchiere. A volte sono vini di nicchia, magari naturali o bio-dinamici, e spesso raggiungono più un fretta le enoteche di Londra o Tokyo che le wine list sudafricane.

Qual è il processo di selezione dei vini che vengono serviti nella tua enoteca e il rapporto con i produttori locali?


Bere e ascoltare.
Con Raphael assaggiamo tutti i vini che sono sulle nostre mensole.
Se dello stesso vino esce una nuova annata, la assaggiamo nuovamente.
Facciamo una selezione non solo all’interno del portfolio dei vari distributori ma anche di una singola cantina! Facciamo circa tre tasting alla settimana.
E poi ascoltare i produttori. Ci piace ascoltare la storia di un vino, del perché è stato creato, perché è stato scelto un vitigno piuttosto che un altro e così via.
Abbiamo circa 300 etichette.
Non abbiamo una wine list proprio perché ci piace cambiare di frequente.
Immaginate com’è difficile per chi lavora con noi ricordarsi di tutte le etichette. Quello che aiuta è proprio conoscere la storia di un vino, incontrare i produttori, visitare le cantine. Non è più uno studio, ma una conoscenza che arriva da un ricordo.
Una volta a settimana facciamo inoltre un training di due ore con lo staff. Invitiamo un produttore o un distributore o un wine ambassador per conoscere a fondo un vino.

Da quante persone è composto Openwine?


Siamo in 13, compreso il mio compagno ed io. Siamo tanti perché lo scorso maggio abbiamo aperto un secondo Openwine!

Ci racconti qualcosa di più di questa recente apertura?

Openwine Old Biscuit Mill


Abbiamo aperto una seconda enoteca all’interno di The Old Biscuit Mill a Woodstock, proprio di fronte al Ristorante Numero Uno del continente africano: The Test Kitchen.
Siamo felicissimi, la zona è molto movimentata.
Con questa seconda enoteca lavoriamo infatti molto di più con i turisti.
Per adesso è solo un Wine Shop. Ma ospitiamo moltissime degustazioni che facciamo intorno a un lunghissimo tavolo dove poter assaggiare, confrontarsi e appassionarsi di vino!

In Sudafrica vi è una tradizione vinicola molto forte. Come è stato accolto Openwine dai capetowniani?

Cape Town vini sudafrica


Il Sudafrica è il primo produttore al mondo di Chenin Blanc, che veniva tradizionalmente impiegato nella produzione del Brandy. Il Paese è molto forte anche nella produzione della birra. In Sudafrica il consumo di brandy e di birra è tre volte quello del vino.
La tradizione vinicola del Sudafrica è forte ma è molto recente. Ha iniziato da poco a fare vini competitivi con i vini italiani o francesi. Solo adesso vi è una cultura del vino in crescita. Una crescita sperimentale, libera. Non ha una tradizione fortemente radicata.
Questo vuol dire che vi è più sperimentazione, più innovazione.
Ma questo non significa improvvisazione, anzi!

Sappiamo che da Openwine vi è anche la possibilità di fare anche degustazioni di piatti italiani. Ci racconti come funziona?


I nostri piatti sono ispirati alla cucina italiana, non siamo un ristorante.
Lavoriamo solo con materia prima locale (tranne il parmigiano!) coniugandola con ricette di tradizione italiana e il desiderio di incrociare il gusto locale.
È un punto di incontro tra le due cucine.
Serviamo ad esempio una bellissima selezione di formaggi (di Puglia Cheese) e salumi locali che ci fornisce un produttore, Richard Bosman, che ha studiato proprio in Italia.
Serviamo inoltre i tipici “cicchetti” veneti e abbiamo un menù degustazione con quattro portate che cambiamo ogni due settimane. Partiamo dal vino e da lì abbiniamo quattro piatti diversi. Scegliamo quattro vini e abbiniamo quattro portate: è una proposta, naturalmente. Si può goderla tutta intera, ordinando un ‘full paring’ – o scegliere di abbinare qualsiasi vino a qualsiasi cibo.

Leggi anche l’intervista che abbiamo fatto a Davide di Puglia Cheese!

Quali sono secondo te tre luoghi da non perdere di Cape Town?


La veranda del Mount Nelson Hotel degustando il loro bloody Mary e il loro clubsandwich! Mi piace andare lì e rilassarmi con un bel libro nel prato. È stato ritinteggiato lo scorso anno in occasione del Centenario della Grande Guerra.
Mi piace perdermi nella libreria The Book Lounge, in Roeland Street.
E tutto ciò che è vicino al mare. Mi piace passeggiare sulla spiaggia di Muizenberg insieme al mio cane Barìk, un boxer tedesco nato in una Wine farm. 🙂

Grazie mille Marta per la tua disponibilità e per questa bellissima intervista!
Se volete andare a trovare Marta gli indirizzi delle sue enoteche Openwine sono:

Volete scoprire altre storie di italiani che vivono in Sudafrica? Consultate la nostra sezione dedicata alle interviste!

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